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Segnala anche tu una campagna pubblicitaria scorretta

Ecco come puoi aiutare

LOFFICINA prosegue nel suo compito di denuncia.

Potete segnalare le campagne tv, stampa, affissione o radio che ritenete lesive nei confronti della dignità delle persone.

Noi faremo di tutto per eliminarle.

Se uno spot, un annuncio stampa o un’affissione della tua città offende la tua sensibilità, puoi denunciarlo direttamente allo IAP – ISTITUTO DELL’AUTODISCIPLINA PUBBLICITARIA: segreteria.comitato@iap.it

e anche a noi: associazionelofficina@yahoo.com o direttamente alla Presidente elenaerosa@yahoo.it

SCARICA LA SCHEDA DI SEGNALAZIONE

FIAT RITIRI LO SPOT SVILENTE

 

 

 

 

Un uomo giacca e cravatta, un uomo in carriera e un po’ tontarello si ferma davanti ad una Fiat 500S e ne rimane affascinato. Ad un certo punto una giovane donna prende il posto dell’auto. Aggredisce il ragazzo e poi diventa docile e ammaestrabile, seducendolo.

Rieccoci al binomio donne e motori.

Da parecchi anni le donne vengono accostate alle automobili evocando l’immaginario maschile. Agli uomini servono poche cose per essere felici: una bella auto e una bella donna. Da sempre la donna viene paragonata ad un oggetto: come un’auto va usata. Se è nuova è perfetta, se è “di seconda mano”, dunque se ha avuto un altro compagno/padrone, ha meno valore. Donne e motori sono gioie e dolori per gli uomini evocando una serie di stereotipi come quello della donna che va conquistata con una bella auto e un bel portafoglio.

Alle fiere automobilistiche ogni anno è sempre la solita minestra. Auto affiancate da belle donne, perchè le donne si accostano alle auto ma non devono guidare perché se no fanno danni, come vuole lo stereotipo “donna al volante, pericolo costante”.

Ecco che l’automobile diventa un prodotto maschile per eccellenza rafforzando così questi vecchi stereotipi.
SERGIO MARCHIONNE aveva già dato prove esplicite di misoginia:
“L’ultima volta che le ho viste erano completamente vestite. Tu devi abitare da qualche parte dove le donne portano pantaloni lunghi e non hanno tacchi alti. Mi dispiace per te”, si rivolse ad un giornalista svedese, facendo pure una figuraccia perché la Svezia è il paese dove le donne stanno meglio e non è governata dalla shar’ia.

RAGAZZE IN DOCCIA PER PUBBLICIZZARE SANITARI, SU YOUTUBE SCOPPIA LA RIVOLTA: CAMPAGNA SESSISTA.​​​​

Di Viviana Pizzi
Questa volta è accaduto a Palermo, in via Sciuti. La società Innova House Refresh ha escogitato una nuova trovata. Si tratta di riproporre Amsterdam in Sicilia. Se nella capitale olandese però, le donne si trovano in vetrina per esercitare il mestiere della prostituzione, nel capoluogo isolano invece non è altro che una pubblicità.
I giornali locali hanno accolto con simpatia l’iniziativa. Addirittura si parla di una campagna “originale” e di “fortunati” che possono usufruirne. Il video ora anche su Youtube parla chiaro. Si tratta di ragazze rigorosamente in bikini esposte in vetrina e che si fanno vedere mentre si fanno una doccia.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

L’obiettivo della campagna pubblicitaria è naturalmente quello di attirare gli sguardi “vogliosi” degli uomini. Che quasi inebetiti si fermano a guardare, fotografando e riprendendo con il cellulare quello che accade.

Sono due però le cose che non si vedono a occhio nudo. O meglio che la società patriarcale finge di non vedere. Le tre modelle in vetrina sono donne e vengono utilizzate con pezzi di carne da macelleria. Tre oggetti da spolpare con gli occhi e con l’immaginazione. Bene per il maschio che secondo i più “gode di quello spettacolo” non c’è nulla di male. La pubblicità poi, proprio perché scimmiotta le vetrine del Nord Europa, al contrario di quanto affermano i quotidiani locali tutto è tranne che originale. E’ invece una imitazione anche malriuscita di ciò che avviene in Belgio e Olanda. Corpi oggettivizzati soltanto per vendere qualche pezzo di sanitario in più.

Poi si sottolinea che gli uomini sarebbero i “fortunati” nel godere dello spettacolo di tre ragazze in bikini mentre si fanno la doccia per finta. Ragazz* , non esiste alcuna fortuna. Per guardare basterebbe andare al mare nei mesi estivi. Non c’è niente di fortunato a trovarsi davanti all’oggettivazione del corpo femminile. E vedere come vengono sfruttate, solo per far guadagnare qualche spicciolo in più all’azienda che rappresentano.

E i consensi tanto sbandierati? Non ci sono e basta guardare i commenti sotto al video.

E’ l’utente Charliekillsthecity a criticarla più aspramente: “Che ideona! Anzi, ideonissima! Già, peccato l’abbia già fatto Niceta diversi anni fa esponendo corpi femminili in costume da bagno, peccato che a strumentalizzare il corpo femminile siano ormai quasi tutte le aziende. Idea mainstream e di pessimo gusto”.

E Media Socio Education rincara la dose: “Pazzesco compendio di sfruttamento pretestuoso del corpo per fini pubblicitari, senza contare le immagini tossiche e modelli sessisti che questo filmato diffonde… Il simbolo di un Paese in totale sfacelo culturale e civile”.

Come al solito gli unici a non rendersi conto del degrado della pubblicità sono gli organi di stampa locali. Sarà che il linguaggio della stampa sia legato a ritorni di tipo pubblicitario? Di certo sarà così. Perché altrimenti non si può negare che questa campagna è una delle più sessiste mai viste in circolazione.

(Pubblicato da Viviana Pizzi su https://pxvivi.blogspot.com/2013/11/ragazze-in-doccia-per-pubblicizzare.html)

DENUNCIA – “THÈ RISTORA”

TÈ RISTORA – MAGGIO 2010

 

 

 

 

 

NON BOCCIATA !

Telecomunicato trasmesso sulle reti Mediaset nel mese di Maggio 2010

MOTIVO DELLA SEGNALAZIONE

“Donna oggetto dove l’ironia non basta a coprire l’uso sessista e schiavista che la comunicazione fa della donna, rappresentandola come serva e succube.

Offende la dignità delle donne e perpetua lo stereotipo di genere della tentatrice, il cui corpo è messo in vendita insieme al thè.”

RISPOSTA DELLO I.A.P

“… esaminato il telecomunicato in oggetto, non sono stati ravvisati elementi di contrasto con le norme del Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale ed è stata pertanto deliberata l’archiviazione del caso.

In particolare, il messaggio appare unicamente volto alla presentazione del prodotto pubblicizzato, senza indulgere su elementi volgari o lesivi della dignità della persona. Eventuali interpretazioni secondarie delle immagini rappresentate, non sono state ritenute tali da dominare sulla decodifica principale del messaggio.”

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DENUNCIA – STROILI ORO “Un gioiello tira l’altro”

 

 

 

 

 

NON BOCCIATA !

“Un volto di donna con sguardo lascivo avvicina alla bocca semiaperta un anello con diamante. Rossetto e unghia laccata rosso ciliegia “

MOTIVO DELLA SEGNALAZIONE

La chiara allusione al sesso orale indotta dall’espressione e dal gesto della modella offende la dignità della donna. Donna “mangiatrice” di uomini. Dopo il diamante, oggetto del desiderio per un certo stereotipo femminile, quale sarà l’altro gioiello?

RISPOSTA DELLO I.A.P.

… il Comitato di Controllo ha ritenuto che il messaggio da Voi segnalato non presenti profili di offesa o di spregio alla dignità umana, tali da configurare un contrasto con le disposizioni degli artt. 9 e 10 del Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.

Eventuali interpretazioni secondarie dell’immagine, ad avviso dell’organo di controllo, non sono suscettibili di dominare sulla decodifica principale del messaggio, urtando la sensibilità del pubblico.

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​DENUNCIA – RENAULT TWINGO MISS SIXTY – “La competizione è femmina”

 

 

 

 

 

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NON BOCCIATA !

“L’uso del termine femmina risulta degradante.

Inoltre, mentre in questa competizione la macchina si veste di un nuovo accattivante colore, la donna, per competere, deve incominciare a mostrare parti del proprio corpo ed assumere pose seduttive.”

MOTIVO DELLA SEGNALAZIONE

Messaggio discriminatorio e degradante basato sugli stereotipi di genere.

RISPOSTA DELLO I.A.P

“Facciamo seguito alla Sua segnalazione, per informarLa che, esaminato il messaggio in oggetto, il Comitato di Controllo non ha ravvisato elementi di contrasto con le norme del Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale e ha pertanto deliberato l’archiviazione del caso. In particolare, l’organo di controllo ha ritenuto che la rappresentazione offerta, e il segnalato binomio donne-motori non sia tale nel messaggio da favorire una decodifica lesiva della dignità della persona in quanto non si traduce in una equazione fra donna e macchina, ma in un gioco che verte sul claim “la competizione è femmina”.”

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​DENUNCIA PAVESMAC – SETTEMBRE 2010

 

 

 

 

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BOCCIATA !!!

“L’autobloccante bello esteticamente più resistente e innovativo”

Il seno di una donna in primo piano è rivestito di piastrelle.

MOTIVO DELLA SEGNALAZIONE

Uso strumentale e degradante della donna. Viola l’Articolo 10 ”in toto”, anche di più poiché istiga alla violenza di genere.

RISPOSTA DELLO I.A.P.

… il Comitato di Controllo è già intervenuto nei confronti del messaggio in questione con ingiunzione di desistenza per la violazione dell’art. 10 – Convinzioni morali, civili, religiose e dignità della persona – del Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.

Potrà rinvenire il contenuto del provvedimento inibitorio nel nostro sito internet https://www.iap.it/, nella sezione “Le decisioni del Giurì e del Comitato di Controllo”. 

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DENUNCIA – MONDOVICINO “Una bella scoperta”

CENTRO COMMERCIALE MONDOVICINO – MARZO 2009

 

 

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BOCCIATA !!!

“Una bella scoperta. Per chi ama lo shopping.”

Scoprire 40 negozi per MondoVicino è come scoprire l’organo sessuale femminile: davvero una bella scoperta!

Se non bastasse, la fatina “scopre” il pube per indurre l’effettone da favola.

La donna viene usata come mero oggetto sessuale, priva di volto, ma a chi interessa?

MOTIVO DELLA SEGNALAZIONE

Viola l’articolo n. 10 in tutte le sue accezioni.

RISPOSTA DELLO I.A.P.

…desideriamo informarLa che il Comitato di Controllo, esaminato il messaggio pubblicitario segnalato, ha deliberato di emettere ingiunzione di desistenza per violazione degli artt. 1 – Lealtà della comunicazione commerciale – e 10 – Convinzioni morali, civili, religiose e dignità della donna – del Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.

Il provvedimento ha acquistato efficacia di decisione e pertanto la pubblicità dichiarata non conforme al Codice non dovrà essere più diffusa. L’inserzionista ha peraltro comunicato la cessata diffusione del messaggio nonché l’impegno a tenere in considerazione le osservazioni svolte dal Comitato di Controllo nella predisposizione delle comunicazioni future.

Potrà rinvenire il contenuto del provvedimento inibitorio (n. 150/2011/ING) nel nostro sito internet https://www.iap.it/ , nella sezione “Le decisioni del Giurì e del Comitato di Controllo”.

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DENUNCIA – GOLDEN POINT “Una storia inizia ad un certo punto”

GOLDEN POINT – OTTOBRE 2010

 

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NON BOCCIATA !

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Quello dove una graziosa signorina spia l’arrivo dell’uomo dei suoi sogni e per far iniziare la storia non trova niente di meglio da fare che seguirlo come una pazza psicopatica e, come una pazza psicopatica, andargli addosso con la macchina, sfasciare una bellissima auto d’epoca, il tutto per potersi sistemare in posa distesa, con le cosce di fuori e le calze ben in vista per attirare l’attenzione del bello di turno.

MOTIVO DELLA SEGNALAZIONE

“Una donna giovane, bella, ricca, per abbordare un uomo che bisogno ha di sembrare un’imbecille con minigonna e calze di pizzo? Lo spot rappresenta il peggiore degli stereotipi della seduzione al femminile.

Messaggio che incita alla violenza, oltre che alla demenza e discrimina le donne relegandole al ruolo di corpi senza cervello.”

RISPOSTA DELLO I.A.P.

Segnalazione telecomunicato Golden Point trasmesso sulle reti Mediaset nel mese di ottobre 2010

“Desideriamo informarVi che il Comitato di Controllo, esaminato il messaggio in oggetto, non ha rilevato profili di contrasto con le norme del Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale. La rappresentazione dello spot è infatti chiaramente “spettacolare”, anche per l’utilizzo di auto d’epoca, non suscettibile di comportamenti emulativi e dichiaratamente ironica, come tale in grado di riscattare eventuali profili diseducativi.
Il caso pertanto è stato archiviato.”

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​DENUNCIA – FRACOMINA “Non sono una ragazza facile”

 

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Bocciata parzialmente…

MOTIVO DELLA SEGNALAZIONE

Immagini che rappresentano e perpetuano stereotipi di genere.


RISPOSTA DELLO I.A.P.

“Il Comitato di Controllo, in data 22/9/11, ha emesso nei confronti dei messaggi pubblicitari Fracomina “Sono Maddalena, faccio la escort e non sono una ragazza facile” e “Sono Maria, non sono vergine e ho una forte spiritualità” ingiunzione di desistenza per la violazione dell’art. 10 – Convinzioni morali, civili, religiose e dignità della persona – del Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.

N.B. La campagna è stata bocciata solo parzialmente,

per strumentalizzazione di un simbolo religioso !!!

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DENUNCIA – EVA /QU “Gallina che canta ha fatto l’uovo”

SO.SE.PHARM PRODOTTO “EVA /QU” – Novembre 2009

Si tratta di supposte effervescenti.

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NON BOCCIATA !

“E ti liberi anche tu” – “Gallina che canta ha fatto l’uovo”

MOTIVO DELLA SEGNALAZIONE

Offensiva della dignità della donna per lo stereotipo rappresentato donna= gallina. Messaggio discriminatorio e degradante.

RISPOSTA DELLO I.A.P.

Telecomunicato So. Se. Pharm relativo al prodotto “Eva-qu” trasmesso sulle reti Mediaset nel mese di novembre 2009

“Con riferimento alla Vostra segnalazione del 3 gennaio scorso, desideriamo informarVi che il Comitato di Controllo, esaminato il messaggio in oggetto, non ha ravvisato elementi atti a determinare un proprio intervento.
La rappresentazione è infatti unicamente volta ad affrontare un tema ‘delicato’ (la stitichezza), che notoriamente colpisce più frequentemente il pubblico femminile rispetto a quello maschile. I toni del messaggio sono stati ritenuti consoni alla natura e alle caratteristiche della comunicazione e non si è ravvisato nella battuta finale “uovo-gallina” alcuna connotazione offensiva della dignità della persona, nella specie, della donna, ma solo un ‘gioco di parole’ in relazione alla tematica di cui si è discusso.

Il caso pertanto è stato archiviato.”

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DENUNCIA – CILIEGIE FABBRI “Classica e al cioccolato”

​​CILIEGIE FABBRI – NOVEMBRE 2011

 

 

 

 

BOCCIATA !!!

Una ciliegia enorme in mezzo a due bocche semiaperte di donne. La bocca rosa della ‘bianca’ per il vasetto delle classiche, quella marrone della ‘nera’ per il vasetto al cioccolato.

MOTIVO DELLA SEGNALAZIONE

La campagna suggerisce: donna bianca o donna nera, quale delle due preferisci? Razzista, volgare, discriminatoria ed offensiva allude inoltre ad una prestazione sessuale strumentalizzando l’immagine femminile.

RISPOSTA DELLO I.A.P.

… il Comitato di Controllo, esaminato il messaggio pubblicitario in oggetto, ha deliberato di emettere ingiunzione di desistenza per violazione dell’art. 10 – Convinzioni morali, civili, religiose e dignità della persona – del Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.

Non essendo pervenuta, entro i 10 giorni previsti, alcuna opposizione, il provvedimento ha acquistato efficacia di decisione e pertanto la pubblicità dichiarata non conforme al Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale non dovrà essere più diffusa.

Potrà rinvenire il contenuto del provvedimento inibitorio (n. 150/2011/ING) nel nostro sito internet http://www.iap.it, nella sezione “Le decisioni del Giurì e del Comitato di Controllo”.

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​​DENUNCIA – CAFFÈ PROGRESSO

​CAFFE’ PROGRESSO – OTTOBRE 2010

 

 

 

 

NON BOCCIATA !

Donna sempre più OGGETTO: in questo caso non solo simbolico, VISTO CHE VIENE USATA COME VASSOIO per servire clienti maschi.

MOTIVO DELLA SEGNALAZIONE

La campagna lede gravemente la dignità delle donne.

RISPOSTA DELLO I.A.P.

“Siamo spiacenti di informarVi che, stante la natura non pubblicitaria di quanto segnalato, il caso rappresenta una situazione per la quale non sussistono gli elementi che determinano la nostra legittimazione ad agire.

In particolare desideriamo precisare che oggetto dell’intervento degli organi dell’Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria, il Comitato di Controllo ed il Giurì, è esclusivamente il contenuto delle comunicazioni commerciali, che devono essere realizzate nel rispetto dei principi di una veridica e corretta informazione del cittadino-consumatore e di una leale competizione fra le imprese, sulla base delle norme contenute nel Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale. La definizione stessa di “comunicazione commerciale”, ai sensi delle norme preliminari e generali del Codice, non comprende le politiche commerciali e le tecniche di marketing in sé considerate.

Il caso è pertanto archiviato.”​​​​​

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DENUNCIA – AURICCHIO “Nella vita c’è più gusto”

AURICCHIO PROVOLONE – Novembre 2009

 

 

 

 

 

“Nella vita c’è più gusto se è … picanto”

 

NON BOCCIATA !

Chi scrive segnala che ad oggi (Ottobre 2024) l’immagine della donna associata alla forma intera di formaggio provolone Auricchio non è più rintracciabile sul Web.

“Donna oggetto la biondona provocante icona caricaturale e ridicola accarezza il prodotto – fallo provolone”

MOTIVO DELLA SEGNALAZIONE

La donna viene rappresentata come cerebrolesa, incapace di proferire parole sensate. La sua mano unghiata che accarezza la punta del provolone ha un chiaro riferimento sessuale.

RISPOSTA DELLO I.A.P.

Telecomunicato pubblicitario relativo al prodotto “Provolone Auricchio”

trasmesso sulle reti Mediaset nel mese di novembre 2009

Facciamo seguito alla Sua comunicazione del 3 gennaio scorso, per informarLa che, esaminato il telecomunicato in questione, non sono stati ravvisati profili di contrasto con le norme del Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.

È certamente lecito porsi dei dubbi sul buon gusto della scelta pubblicitaria, ma non è compito del Giurì o del Comitato farsi giudici del cattivo gusto della comunicazione quando – come nel caso rilevato – non siano violati i livelli di guardia posti dal Codice a tutela dei consumatori – cittadini e della pubblicità in generale, per ragioni attinenti al contenuto dei messaggi.

Nel telecomunicato in questione, infatti, la donna si limita a magnificare il prodotto pubblicizzato, senza che vi sia alcun atteggiamento apertamente malizioso o di svilimento della dignità della persona che possa dare luogo a censure autodisciplinari.

Il caso pertanto è stato archiviato.”

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DENUNCIA – AMICA CHIPS “Ti piace (la patata) ?”

AMICA CHIPS – DICEMBRE 2009

“Ti piace? (la patata)”

“Per trovare il nuovo Rocco e la miglior patata in zona”

Telecomunicato “Amica Chips” – Remake dello spot censurato, da cui è stato eliminato l’audio:

“Io di patatine ne ho prese tante, gustose, fragranti … Non ce la faccio a stare senza, le ho provate tutte .. ne mangiavo anche tre alla volta .. fidati di uno che le ha provate tutte. Amica Chips è la migliore.”

 

 

 

NON BOCCIATA !

MOTIVO DELLA SEGNALAZIONE

Tutti conoscono Rocco Siffredi, star del porno. Anche se priva di audio, la nuova versione con lo stesso testimonial rimanda a quella precedente e la nuova head-line riduce l’immagine femminile ad icona del sesso.

Il riferimento esplicito rende lo spot indecente oltre che offensivo della dignità della donna.

RISPOSTA DELLO I.A.P

“… non sono stati ravvisati elementi di contrasto con le norme del Codice di Autodisciplina. Il caso è stato pertanto archiviato.

In particolare, si è ritenuto che nel telecomunicato in questione manchi, rispetto alla versione oggetto della pronuncia del Giurì n. 38/2006, quella integrazione tra elementi visivi ed elementi sonori che precedentemente, veicolando un’esplicita allusione erotica, aveva dato luogo alla lesione della dignità della persona. La versione recente dello spot di per sé non contiene rappresentazioni indecenti o offensive.”

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DENUNCIA – ALITALIA “A casa mica è così”

ALITALIA – DICEMBRE 2009

 

 

 

 

 

NON BOCCIATA !

Durante il volo, Raul Bova è ripreso vicino ad una hostess (sua moglie nella vita) a cui fa continue richieste e rivolgendosi al pubblico chiede “Lo sa perché mi piace viaggiare con Alitalia? Perché qui sto meglio che a casa mia.” E alla domanda: “Mi scusi, ma non è sua moglie?”, risponde: “Infatti, solo che a casa mica è così”.

MOTIVO DELLA SEGNALAZIONE

La condizione di moglie-schiava, quando non risultasse soddisfacente fra le mura domestiche, deve essere imposta a tutti i costi con arroganza, poiché il modello di donna casalinga perfetta e moglie felice nella realtà della vita non corrisponde più alle aspettative del maschio e non soddisfa appieno i suoi desideri.

Il messaggio è tanto scorretto quanto imbarazzante, perché ripropone lo stereotipo di donna-cameriera a titolo gratuito.
La professione della hostess è un lavoro retribuito che riproduce una segregazione del lavoro orizzontale. Nello spot il rimpianto del protagonista è di non poter disporre dei medesimi servizi dalla moglie in ambito privato. Le mansioni svolte da lei sia come hostess sia come moglie rientrano nell’ambito dei servizi e della cura: la compagnia aerea di bandiera sventola un modello di cura tipicamente italiano che teme di perdere con l’emancipazione delle donne.

RISPOSTA DELLO I.A.P

“Il telecomunicato che ci segnalate è stato sottoposto alla valutazione del Comitato di Controllo, che non ha ritenuto di dover assumere provvedimenti.

La narrazione dello spot è infatti palesemente ironica, condivisibile o meno sul piano concettuale, ma tale da sdrammatizzare notevolmente la storia e come tale non suscettibile di porsi in contrasto con le norme del Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.”

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DENUNCIA – ALFA ROMEO GIULIETTA “Prima di parlare di me…provami”

ALFA ROMEO GIULIETTA – SETTEMBRE 2011

 

 

 

 

Io sono Giulietta: prima di parlare di me ….provami”

“Guardami,prendimi,scuotimi,toccami,accarezzami,sentimi,sussurrami,proteggimi,criticami,amami,….rilassati”

BOCCIATA !!!

MOTIVO DELLA SEGNALAZIONE

Spot esemplare dell’uso della donna come puro oggetto del desiderio sessuale maschile; identificazione donna-automobile come sinonimo del rapporto sessuale da consumarsi indifferentemente con entrambe.

RISPOSTA DELLO I.A.P

Segnalazione telecomunicato “Alfa Romeo Giulietta” trasmesso sulle reti Rai e Mediaset nel mese di settembre 2011

“Con riferimento alla segnalazione in oggetto, desideriamo informarLa che, dopo l’esame del caso da parte del Comitato di Controllo e la decisione di trasmettere gli atti al Giurì, ai sensi dell’art. 10, comma 2 (Convinzioni morali, civili, religiose e dignità della persona) del Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale, nella sua riunione del 25 ottobre 2011, l’organo giudicante dell’Autodisciplina Pubblicitaria ha emesso il seguente dispositivo:

“Il Giurì, esaminati gli atti e sentite le parti, dichiara che la pubblicità denunciata non è conforme all’art. 10 del Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale e ne ordina la cessazione”. Potrà trovare una sintesi della decisione n. 114/11 nel nostro sito internet www.iap.it, nella sezione “Le decisioni del Giurì e del Comitato di Controllo” non appena il relatore depositerà la motivazione.”

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DENUNCIA – AGIEFFE SERVIZI “È la posizione che fa la differenza”

AGIEFFE SERVIZI – FEBBRAIO 2012

 

 

 

 

 

BOCCIATA !!!

Affissione rilevata nelle province di Modica e Ragusa nel mese di Febbraio 2012

Per dimostrare l’assunto si rappresenta il fondoschiena di una donna seminuda.

MOTIVO DELLA SEGNALAZIONE

La campagna oltraggia le donne e vende il loro corpo, mercificandole come mero oggetto del desiderio sessuale maschile.

RISPOSTA DELLO I.A.P.

“Il Comitato di Controllo, esaminato il messaggio pubblicitario in oggetto, ha emesso una ingiunzione di desistenza per violazione degli artt. 1 – Lealtà della Comunicazione Commerciale – e 10 – Convinzioni morali, civili, religiose e dignità della persona – del Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.

A seguito del suddetto provvedimento autodisciplinare l’inserzionista ha comunicato di aver bloccato la diffusione della comunicazione contestata.

Potrà rinvenire il contenuto del provvedimento inibitorio (n. 19/12/ING) nel nostro sito internet https://www.iap.it/ nella sezione “Le decisioni del Giurì e del Comitato di Controllo”.

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​DENUNCIA – PURA PORNOGRAFIA PER IL MARCHIO SILVIAN HEACH E NELLO SPOT DI INTIMISSIMI

MARZO 2011

Il tentativo di espansione del marchio SILVIAN HEACH con l’apertura di franchising in tutta Italia, non giustifica la rappresentazione pornografica di questa campagna, per entrambi i soggetti: una ragazza si espone senza mutande; due ragazze leccano il “calippo”.

Nello spot di Intimissimi una donna nuda si rotola nel letto. Pornografia spacciata per sensualità, con l’aggiunta di un head-line: BE ITALIAN! che di questi tempi suggerisce comportamenti molesti.

​DENUNCIA – IL CALENDARIO DI OLIVIERO TOSCANI

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

LOFFICINA divulga la risposta dello I.A.P., su segnalazione del Comune di Torino e segnalando i link informativi che hanno provveduto a fare rete.

Risposta dello IAP alla segnalazione della pubblicità offensiva “Pelle conciata al vegetale in Toscana”

Il Comune di Torino aveva prontamente segnalato all’Istituto dell’Autodisciplina Pubblica il messaggio pubblicitario “Pelle conciata al vegetale in Toscana” perché altamente offensivo della dignità della donna.
Ecco la risposta dello IAP e possiamo ben dire che vigilare e usare gli strumenti di cui ci siamo dotate in questo campo è molto importante e, come leggerete, estremamente efficace!

Spettabile
Comune di Torino
V.d.G. Settore Pari Opportunità, Politiche di Genere e dei Tempi della Città

Segnalazione messaggio pubblicitario “Pelle conciata al vegetale in Toscana”

diffuso attraverso un calendario da tavolo allegato alla rivista “Rolling Stone” n. 87 – gennaio 2011

“Con riferimento alla segnalazione in oggetto, comunichiamo che il Comitato di Controllo in data 13/1/11, ha emesso ingiunzione di desistenza dalla diffusione del messaggio per la violazione degli artt. 1 – Lealtà della comunicazione commerciale – e 10 – Convinzioni morali, civili, religiose e dignità della persona – del Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.

L’organo di controllo ha ritenuto tale comunicazione offensiva della dignità della persona, in quanto il corpo femminile viene equiparato alla “pelle conciata”, ovvero sia ad un prodotto che ad un animale, ovvero un animale ucciso, sezionato e trasformato in prodotto di lavorazione, rilevando pertanto il contrasto con l’art. 10 del Codice, secondo cui “la comunicazione commerciale deve rispettare la dignità della persona umana in tutte le sue forme ed espressioni”.
Il Comitato ha altresì rilevato la violazione dell’art. 1 del Codice “La comunicazione commerciale deve evitare tutto ciò che possa screditarla”, ritenendo il messaggio un esempio di forma comunicazionale che danneggia il credito dell’istituzione pubblicitaria nel suo complesso considerata.

Si precisa che il provvedimento ingiuntivo acquisterà efficacia di decisione allo scadere del termine previsto ex art. 39 del Codice, ovvero il 24 gennaio p.v. qualora la parte non proporrà motivata opposizione.”

(pubblicato da Laura Onofri su https://dinuovodinuovo.blogspot.com/2011/01/risposta-dello-iap-alla-segnalazione.html )

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